venerdì 31 marzo 2017

Renzi prima di essere cacciato ed ora Gentiloni dichiarano che siamo in ripresa - La verità? L'Italia al 26° posto nella Ue (su 27) per la crescita! E l’anno prossimo sarà peggio, saremo ultimi!!!



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Renzi prima di essere cacciato ed ora Gentiloni dichiarano che siamo in ripresa - La verità? L'Italia al 26° posto nella Ue (su 27) per la crescita! E l’anno prossimo sarà peggio, saremo ultimi!!!

L’Italia su 27 Paesi e’ al 26° posto in termini di crescita del PIL (e anche come intensita’ della crescita i numeri sono impietosi). Proiettando la classifica fino al 2018, se la Grecia dovesse crescere come ipotizzato dal Fondo Monetario, scenderemmo di un gradino, al 27° posto su 27 Paesi. Sono questi i dati emersi dall’analisi dell’Ufficio studi di Confcommercio ”Il ritorno dell’incertezza e il ruolo del credito bancario”, presentata dal presidente Carlo Sangalli, in apertura dei lavori del forum ”i protagonisti del mercato e gli scenari per gli anni 2000”, organizzato da Confcommercio in collaborazione con Ambrosetti, a Cernobbio. Di fatto, la crescita e’ stata assai modesta e le prospettive appaiono preoccupanti anche in ragione della caduta quasi verticale degli investimenti a partire dal primo trimestre del 2007: su 27 Paesi oggi l’Italia si colloca al 26° posto e in questa posizione rimarrebbe sino alla fine del 2018, sempre che la Grecia non la batta…


giovedì 30 marzo 2017

Finito di Festeggiare l'Unione Europea? Bene, allora torniamo alla realtà - La Germania cancella 100 milioni di aiuti per i terremotati Italiani!




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Finito di Festeggiare l'Unione Europea? Bene, allora torniamo alla realtà - La Germania cancella 100 milioni di aiuti per i terremotati Italiani!


La Germania cancella 100 milioni di aiuti per i terremotati

Spente le luci delle celebrazioni del Trattato di Roma, l'Europa mostra il suo vero volto. La Germania e altri cinque Paesi - Austria, Olanda, Finlandia, Svezia e Gran Bretagna - hanno votato in Consiglio (durante una riunione degli Ambasciatori dei 28 Stati europei) per cancellare 100 milioni di euro di aiuti per la ricostruzione del Centro Italia.
La proposta della Commissione europea prevede il finanziamento al 100% delle spese di ricostruzione. Questi sei Paesi vogliono abbassare la soglia al 90%. Ancora una volta l'egoismo della casta politica europea ha vinto calpestando le reali istanze dei cittadini, anche di fronte a una situazione drammatica come quella del terremoto. Gli Stati ricchi abbandonano i terremotati.
Facciamo chiarezza: quali e quanti sono gli aiuti europei previsti per il terremoto del Centro Italia?
1) Fondo di solidarietà: 1 miliardo di euro circa stanziati dalla quota prevista per il 2016 e 2017. L'Italia ha già beneficiato dell'anticipo di 30 milioni di euro.

2) Fondi di politica di coesione: 
200 milioni di euro dalla politica di coesione derivanti dall'aggiustamento tecnico per i Paesi colpiti dalla crisi. Su questo capitolo si negozia ancora perché il governo italiano è in ritardo nel comunicare dove e come allocare questi fondi.
3) Fondo Fesr: 1 miliardo di euro secondo la richiesta del Parlamento europeo. Quando verrà votato la modifica del regolamento "disposizione comuni" che riforma i 5 più importanti fondi europei, l'Italia avrà a disposizione un asse prioritario per progetti di ricostruzione all'interno di un programma operativo. Si tratta di fondi che possono essere utilizzati dalle Regioni colpite dal terremoto.
Il voto del Consiglio abbassa la soglia di cofinanziamento dal 100% al 90% degli aiuti previsti dai Fondi di politica di coesione (punto numero 2) e dai Fondi Fesr (punto numero 3). Si tratterebbe in totale di circa 100 milioni di euro in meno: fondi che dovranno sborsare le Regioni già in ginocchio per tutti i problemi legati al post-terremoto. Questo è un fallimento del governo Gentiloni e del suo partito. Un fallimento sulla pelle dei cittadini e dei territori colpiti dal sisma. C'è mancanza di fiducia nei nostri confronti dopo la pessima gestione e gli scandali della ricostruzione a L'Aquila. Bisogna superare le gravi carenze di trasparenza riscontrate in passato e migliorare il sistema di monitoraggio ex post per le spese. Su questo, il governo Gentiloni cosa sta facendo?

Il Movimento 5 Stelle sarà presente con Rosa D'Amato
 al negoziato fra Parlamento, Commissione e Consiglio europeo (questa negoziazione fra le tre Istituzioni europee si chiama trilogo) e non farà nessuno sconto. Abbiamo già ingoiato il rospo del tetto del 5% dell'allocazione totale del Fondo europeo di sviluppo regionale. Dopo il trilogo, ci sarà il voto del Parlamento europeo tra maggio e giugno. Solo dopo gli stanziamenti saranno disponibili, sempre che il governo abbia specificato come e dove realizzare i progetti necessari per la ricostruzione.
Non possiamo prendere in giro i cittadini come ha fatto il governo italiano che ha varato un decreto senza soldi. I cittadini aspettano un aiuto vero per risollevarsi dalle macerie del terremoto.

fonte: http://www.movimento5stelle.it/parlamentoeuropeo/2017/03/la-germania-cancella.html


martedì 28 marzo 2017

Una schifosa BUFALA che i fascisti hanno subito fatto diventare virale! ...l'avessimo scritta noi ci avrebbero chiuso il blog. Perchè non chiudono questa fogna che qualcuno si ostina a chiamare giornale?




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Una schifosa BUFALA che i fascisti hanno subito fatto diventare virale! ...l'avessimo scritta noi ci avrebbero chiuso il blog. Perchè non chiudono questa fogna che qualcuno si ostina a chiamare giornale?


Hanno stappato spumante quando la notizia è arrivata in redazione. Presi dall'euforia l'hanno pubblicata senza neanche controllarla... E' una goduria: un assassinio dal branco Albanese...

E così hanno inanellato l'ennesima figura di merda.

Nel frattempo la storia del "branco Albanese" ha fatto il giro del web per l'idiozia dei non pochi fascistelli che infettano la rete.

Ovviamente Libero, resosi conte della meschina cantonata ha subito modificato il titolo facendo sparire la dicitura "di Albanesi"... Ma se leggete i commenti all'articolo fatti prima della modifica...

QUI potete trovare l'articolo di Libero.

Quando chiudiamo questa fogna che qualcuno si ostina ancora a chiamare giornale?

By Eles

Minzolini si dimette "Sono una persona seria" ...NO, caro mio. Sono i cinquestelle e la Rete che ti hanno cacciato a calci in culo. Non ci fosse stato chi ha alzato la voce, saresti ancora al tuo posto a goderti stipendio e vitalizio con i tuoi complici, come hanno fatto tanti prima di te!






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Minzolini si dimette "Sono una persona seria" ...NO, caro mio. Sono i cinquestelle e la Rete che ti hanno cacciato a calci in culo. Non ci fosse stato chi ha alzato la voce, saresti ancora al tuo posto a goderti stipendio e vitalizio con i tuoi complici, come hanno fatto tanti prima di te!


Perchè mettere il bavaglio alla Rete? Perchè danno tanto fastidio i cinquestelle? Perchè la Rete (e i cinquestelle) urla allo scandalo se a uno come Minzolini, interdetto dai pubblici uffici, viene consentito (dai complici) di rimanere Senatore!

Non ci fosse stata la Rete? Non ci fossero stati i cinquestelle? Silenzio assoluto dai Tg e dalla stampa e pagheremmo un Senatore che non può fare il Senatore...

Ma quanti ne volete di esempi? Avreste mai saputo che abbiamo un Ministro dell'istruzione senza titolo di studio? Avreste mai saputo che Roma oggi è una città pulita e ordinata? Avreste mai saputo dei retroscena di Banca Etruria? Quante notizie avete avuto solo e solamente dalla Rete?

No, caro Minzolini. Ti sei dovuto dimettere per forza perchè la Rete - a differenza dei media di regime - non sta zitta!

by Eles

lunedì 27 marzo 2017

Gomez cerca di spiegare alla Picierno la differenza tra una cazzata (forse M5s) ed un crimine (sicuramente Pd) ...ma questa proprio non riesce a capire... Provate a spiegarlo ai bambini dell'asilo, loro sicuramente capiranno e forse anche voi capirete con che bestie abbiamo a che fare...!!!






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Gomez cerca di spiegare alla Picierno la differenza tra una cazzata (forse M5s) ed un crimine (sicuramente Pd) ...ma questa proprio non riesce a capire... Provate a spiegarlo ai bambini dell'asilo, loro sicuramente capiranno e forse anche voi capirete con che bestie abbiamo a che fare...!!!



Firme Raggi, Picierno (Pd) vs Gomez: “M5s peggio degli altri partiti. Lei è in imbarazzo”



Scontro vivace a L’Aria che Tira (La7) tra il direttore de ilfattoquotidiano.it, Peter Gomez, e la deputata Pd, Pina Picierno, sul servizio delle Iene (Italia Uno) circa le presunte irregolarità nella raccolta firme per la candidatura di Virginia Raggi a sindaco di Roma. Gomez spiega la vicenda e definisce “demenziale” e “illogica” la spiegazione fornita dall’avvocato Morricone, secondo cui l’atto “è pienamente regolare” in quanto “a formazione progressiva”. Poi menziona il caso delle firme false a Verona, vicenda che riguarda trasversalmente Pd, Ncd, Lega, Forza Italia e liste civiche: “Settantuno persone hanno patteggiato pene fino a 5 mesi per aver raccolto firme in modo irregolare e sono tutti al loro posto. Lo stesso è accaduto in Piemonte per il Pd. E c’è anche la vicenda delle firme false del M5S a Palermo“. “Fa impressione che questi del M5s siano quelli dell'”onestà onestà”, gridata in continuazione, e poi ne fanno peggio degli altri” – commenta Picierno – “E fa ancora più specie Gomez che, forse per imbarazzo, richiama le vicende di altri partiti”. “No” – ribatte Gomez, che menziona il caso del tesseramento Pd a Ribera (Agrigento) con liste di iscritti risultanti defunti – “Quello che ha detto quell’avvocato è demenziale. Usare i morti e autenticarne la firma, come è successo nel Pd, è criminale


Sei incinta? "Pagati il sostituto, sennò te ne vai" - lo schifoso diktat ad una lavoratrice. E non è un caso isolato!





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Sei incinta? "Pagati il sostituto, sennò te ne vai" - lo schifoso diktat ad una lavoratrice. E non è un caso isolato!


Sei incinta? «Pagati il sostituto»
Il diktat: «Sennò te ne vai»

Il caso in carico alla Cgil: «E non è nemmeno isolato»

TREVISO Non si è nemmeno arrabbiata. Stupita, certo, ma non arrabbiata. Come se fosse quasi scontato, come se potesse andare peggio di così. Quando il titolare le ha detto che sarebbe stata lei, incinta di pochi mesi, a dover pagare lo stipendio del suo sostituto per la durata della maternità, e quando le ha detto che in mancanza di questa garanzia avrebbe dovuto rassegnare le dimissioni, ci ha pensato un po’ e ha sospettato che qualcosa non andasse. È stato il sindacato a cui si era rivolta, la Cgil di Treviso, a dirle che non erano ipotesi accettabili e che avrebbe difeso lei e il suo diritto di mamma lavoratrice. Ma rischia di essere solo la punta di un iceberg perché emerge un caso non unico e nemmeno così raro.
La storia è di quelle che lasciano un fondo di amarezza benché si sia risolta nel migliore dei modi. Si svolge in una piccola azienda artigiana del settore cartografico della Marca, due dipendenti, la famiglia coinvolta nella gestione e nella produzione: una sintesi di rapporti umani e professionali paradigmatica nell’imprenditoria del Nordest. Fra i dipendenti c’è anche una venticinquenne apprendista che, qualche giorno fa, comunica al titolare di essere incinta. È una notizia che riempie di gioia una donna ma che, consapevolmente, pone anche dei dubbi su quale sarà la reazione del datore di lavoro. Quante se ne sentono, in giro, fra dimissioni in bianco e contratti non rinnovati a causa di un pancione. La giovane ne parla quindi al titolare che la pone subito davanti a un bivio: «Mi ha proposto che, durante la maternità, dia io a loro i soldi per pagare il mio sostituto – ha raccontato al sindacato -. Mi è parso strano, ma se non lo faccio vogliono che mi dimetta. Altrimenti temo che mi licenzieranno loro». Il suo datore di lavoro infatti ha opposto la spesa che avrebbe dovuto sostenere per anticipare l’Inps, un costo ritenuto insostenibile per l’attività. Nicola Atalmi, membro della segreteria della Cgil, dopo il contatto con la ragazza ha sgranato gli occhi e chiesto subito un incontro con l’artigiano. «La storia ha avuto un happy ending, l’azienda assumerà un sostituto che pagherà mentre la maternità sarà, come da prassi, sostenuta dall’Inps. La cosa che mi ha sorpreso di più è che la lavoratrice non fosse scandalizzata, lo trovava semplicemente strano – spiega -. Il suo contratto di apprendistato, concluso il periodo di prova, le dava il diritto alla maternità ma lei non lo sapeva. E non è un caso unico».
E continua: «Titolari che avanzano richieste inaudite, non solo nei casi di maternità, e pensano che tutti i ragazzi siano disperati al punto da considerare un’opportunità di lavoro come un favore. Chiedono al dipendente di licenziarsi volontariamente per non sostenere ulteriori spese. Ma vengono da noi giovani bisognosi di una massiccia educazione civica sui diritti e sul lavoro. La ragazza in questione non sapeva che una donna incinta non può essere licenziata ed è francamente inaccettabile». C’è un altro elemento che Atalmi evidenzia a partire da questo caso: «Non voleva che usassimo toni troppo duri per non incrinare il rapporto con l’azienda. Le ho fatto notare che se erano arrivati al punto di volerla licenziare, il timore di incrinare ancora di più il rapporto era surreale. Succede spesso che i lavoratori non vogliono arrivare alle vertenze per lo stesso motivo, come se i diritti venissero dopo i rapporti con l’azienda».
Scuote la testa Mario Pozza, presidente della Camera di Commercio di Treviso e Belluno e imprenditore artigiano: «Non credo che siano casi diffusi, mi sembra più un caso limite. Non credo che il mondo dell’imprenditoria sia ancora così arretrato. Però è vero che per la piccola azienda, che si tratti di artigianato o di servizi, una maternità talvolta è un problema, al di là del costo in sé che poi viene recuperato e compensato. Per quei sei mesi, o per l’anno di aspettativa, i più fortunati inseriscono qualcuno che già conosce il mestiere, ma non è facile. Spesso il sostituto va formato e sul più bello, quando ha imparato, deve tornare a casa». Lancia quindi una proposta: «Potrebbero essere utili delle agenzie specializzate nel creare figure professionali “muletto” nei settori che hanno maggiore necessità. C’è bisogno di specializzazione».

fonte: http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2017/27-marzo-2017/sei-incinta-pagati-sostituta-diktat-senno-te-ne-vai-2401415532375.shtml

domenica 26 marzo 2017

MIRACOLO A ROMA – Neanche a Lourdes succedono cose del genere – Atac, gli autisti “invalidi” guariscono miracolosamente dopo la visita medica ordinata dalla Raggi !!




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Vi riproponiamo questo interessantissimo articolo de La Pillola Rossa di alcuni mesi fa:

MIRACOLO A ROMA – Neanche a Lourdes succedono cose del genere – Atac, gli autisti “invalidi” guariscono miracolosamente dopo la visita medica ordinata dalla Raggi !!


“Miracolo” a Roma: dopo una visita decine e decine di dipendenti Atac ritenuti “malati” sono miracolosamente guariti. La storia è raccontata dal Messaggero che spiega come l’azienda di trasporti romana abbia recentemente visitato, tramite medici aziendali e del Cispi, buona parte dei 160 dipendenti (su 11mila) che avevano dichiarato di avere problemi fisici tali da rendere impossibile il lavoro come conducenti o operai delle officine. Di questi, dopo le visite mediche, l’80% è “miracolosamente risultato ideoneo”.

Unione Europea, ma che abbiamo da festeggiare? Per l’80% degli italiani è un fallimento! Forse festeggiano solo i Tedeschi!



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Unione Europea, ma che abbiamo da festeggiare? Per l’80% degli italiani è un fallimento! Forse festeggiano solo i Tedeschi!


IL SONDAGGIO SULL’EUROPA: PER L’80% DEGLI ITALIANI È UN FALLIMENTO

Essere “europei” è uno svantaggio: oltre la metà degli italiani “bocciano” l’adesione all’Unione. Lo rivela l’ultimo sondaggio Index Research, realizzato poche ore dopo l’attentato di Londra.
Alla domanda “Lei pensa di avere più vantaggi o svantaggi nell’appartenere alla comunità europea?” il 55,8% degli intervistati ha risposto di sentirsi svantaggiato, il 30,4% ritiene invece che l’UE produca dei vantaggi, il 13,8% non sa o non vuole rispondere.
Immigrazione ed economia i temi più dolenti, quelli che rischiano al nostro Paese di far pagare il prezzo più alto, secondo la rilevazione dell’istituto di ricerca diretto da Natascia Turato.
Mentre Roma si blinda in attesa della celebrazioni e delle proteste per l’anniversario dei Trattati di Roma, e Londra conta i morti e i feriti dell’ultimo attacco all’Occidente, gli italiani bocciano senza appello la politica comunitaria in tema di immigrazione. Otto su dieci tra gli intervistati esprime un giudizio negativo.
Non va molto meglio in tema di economia: oltre i due terzi degli italiani (67,8%) crede che le misure decise dall’UE siano negative per l’Italia.

Metodo di raccolta: Interviste telefoniche con metodologia C.A.T.I. Con questionario strutturato. Interviste complete 800. Totale contatti effettuati: 4.001

L’Unione è un Far West. Festeggia solo la Germania


25.03.2017

Oggi a Roma si riuniscono capi di Stato, capi di governo e dignitari dell’Unione Europea per celebrare i 60 anni del Trattato di Roma del 1957. La motivazione ufficiale dell’appuntamento odierno è questa, ma in realtà oggi la corte degli statisti europei celebra l’Europa di Maastricht, del patto di stabilità e del Trattato di Lisbona. Come si è passati dalla CEE, istituita nel 1957, che prevedeva un’unione commerciale ad un Trattato che va palesemente contro la nostra Carta costituzionale e affida i più importanti poteri dello Stato ad un’entità sovranazionale come l’UE?
Per capirlo, dobbiamo partire dall’inizio. Al di là di quello che molti scherani a difesa dell’UE e di Maastricht pensano, chi critica l’attuale impalcatura dell’Unione non è affatto contrario alla possibilità che i paesi europei collaborino pacificamente e nel pieno rispetto delle loro sovranità a comuni obbiettivi di crescita e sviluppo. L’Europa del secondo dopoguerra è sorta da un cumulo di macerie. Le nazioni europee si sono combattute nel più sanguinoso scontro militare che la storia ricordi, e la sincera esigenza di stabilire una piattaforma comune per migliorare le relazioni tra gli Stati era giustamente avvertita come indispensabile dai governanti dell’epoca. All’alba dei primi anni ’50, nascono le prime forme di cooperazione comune con il Trattato della CECA, la comunità europea del carbone e dell’acciaio, nata nel 1951 a Parigi con lo scopo di mettere in comune produzione queste due materie prime.
L’Italia è uno dei paesi fondatori di questo accordo, anche se la vera regia della nascita di questa organizzazione è diretta dall’asse franco-tedesco rappresentato all’epoca da Jean Monnet e Robert Schuman, un’alleanza che troveremo sempre presente anche negli anni successivi del processo di integrazione europea. Si arriva poi al Trattato di Roma, l’architrave della CEE, nata per sviluppare un mercato comune tra i sei Stati fondatori al quale successivamente aderiranno anche gli altri Stati come la Gran Bretagna nel 1973 e la Spagna nel 1986. Già la CEE, certo, era una comunità sovranazionale con determinati poteri e organismi che ne rappresentavano le funzioni esecutive, ma era ben diversa per poteri dell’attuale UE, una unione sovranazionale che ha avocato a sé molti poteri degli Stati nazionali, soggetti alla Commissione UE, che è in grado di mettere il veto sui bilanci dei singoli Stati dell’Unione ed è dotata di un potere sanzionatorio nei confronti degli Stati membri che non rispettano le sue direttive (dal momento che la Commissione dispone anche di poteri legislativi). Siamo dunque passati da una semplice comunità, fondata per mettere insieme determinate politiche economiche per raggiungere un scopo comune, ad una unione che sovrasta gli Stati nazionali, ne indirizza e ne decide le politiche fiscali, agricole e commerciali molto spesso in aperto contrasto con le costituzioni dei singoli Stati.
Se lo scopo originario era quello di limitare le conflittualità tra gli Stati europei e agevolare i reciproci rapporti commerciali, nel corso degli anni successivi in particolare dagli anni ’70 in poi, il processo di integrazione europea inizia ad assumere una direzione orientata a favorire un determinato gruppo di Stati e a penalizzarne altri considerati più immaturi democraticamente e più corrotti di altri.
IL SISTEMA MONETARIO
L’esempio più lampante di questo cambiamento è l’istituzione del primo bozzolo di unione monetaria, lo Sme nel 1979, il sistema monetario europeo, nato ufficialmente per stabilizzare le fluttuazioni dei cambi tra le singole valute europee e impedire politiche commerciali troppo aggressive fondate sulle svalutazioni competitive. In realtà, quella prima unione monetaria fu pensata proprio dall’asse franco-tedesco per limitare la competitività delle merci italiane sui mercati europei. Eminenti economisti e politici dell’epoca ne compresero appieno i danni che avrebbe potuto arrecare all’economia italiana, perché fondata a beneficio esclusivo dell’economia tedesca più orientata sulla deflazione e su bassi tassi di interesse, mentre quella italiana aveva fondamentali orientati su livelli di inflazione e tassi di interesse più alti. Se si costruisce un’unione di cambi fissi e si impedisce al paese con l’inflazione più alta di realizzare delle svalutazioni del cambio, è ovvio che sarà il paese con la più bassa inflazione a vincere la partita. Lo scrisse Federico Caffè, preoccupato dall’effetto negativo che lo Sme poteva avere sullo squilibrio dei conti con l’estero e ne parlò persino Giorgio Napolitano, nel 1978 in un celebre discorso alla Camera dei deputati nel quale denunciò tutte le conseguenze nefaste dello Sme sui salari italiani. Già all’epoca dunque l’integrazione europea stava assumendo una forma diversa: da un lato Stati considerati virtuosi (la Germania) per le loro presunte virtù di rettitudine morali che si riflettevano sulla stabilità dei conti pubblici; dall’altra Stati dissennati e spendaccioni (l’Italia), per le loro scellerate politiche fiscali e di bilancio. Niente di più falso. L’Italia aveva una delle spese pubbliche più basse d’Europa in quegli anni, e l’aumento del debito pubblico, fu creato dalla sciagurata operazione voluta da Ciampi e Andreatta che separarono la Banca d’Italia dal controllo del Tesoro, con effetti disastrosi sui tassi di interesse. Ma nonostante le numerose evidenze portate in più di un’occasione per smentire questa falsa narrativa, resta tutt’ora preminente l’ideologia della (nostra) colpa da scontare.
REGOLE DA RISPETTARE
Se si è partiti a Roma nel 1957 sotto speranze di cooperazione e comune intese per migliorare i rapporti tra gli Stati, si arriva a Maastricht nel 1992, con una sorta di peccato originale da scontare di alcuni Stati rispetto ad altri. L’Ue a due velocità di cui oggi si discuterà, di fatto esiste già da tempo. Da tempo infatti la Germania e il blocco dei paesi del Nord Europa guardano con disprezzo ai paesi del Sud Europa e attribuiscono la causa dei mali dell’unione monetaria ai governi e ai popoli di quei paesi, affetti da irredimibili vizi di corruzione e immoralità che ne impedirebbero il genuino cambiamento. Maastricht è nato sotto una cattiva stella: quella di entrare in un club, l’Unione Europea e in un’unione monetaria, l’euro, per sollevare alcuni Stati dalla loro naturale condizione di inferiorità e per farli somigliare alla virtuosa Germania.
La solidarietà europea di cui si parlava a Roma nel 1957, ora è rappresentata dai criteri del 3% sul deficit/ Pil e da quello sul debito pubblico del 60%, soglie che stabiliscono chi è virtuoso oppure no sui conti pubblici. Si è scoperto recentemente che il parametro del 3% fu un’idea partorita in meno di un’ora da un funzionario del governo di Mitterrand, priva di ogni fondamento scientifico. Questa regola fino ad ora per alcuni è stata applicata con totale intransigenza, mentre ad altri si è concesso il suo superamento senza problemi. Anche la nascita dell’euro è stata accompagnata dalla stessa retorica di salvezza di un paese malato, l’Italia, bisognosa di avere un governo di tecnici e di stranieri che ne curassero meglio i suoi interessi. In realtà, l’euro ha curato in maniera eccellente gli interessi tedeschi e francesi dal momento che la sua creazione è stata pensata dall’asse franco-tedesco per neutralizzare l’avversario più temuto sul piano commerciale, l’Italia.
CHI CI HA GUADAGNATO
La Francia ne ha guadagnato negli anni passati, acquisendo importanti marchi del made in Italy, ma ora si ritrova anche lei sulla stessa barca dell’Italia a causa di una moneta troppo forte per i suoi fondamentali monetari. La Germania invece si ritrova oggi regina d’Europa grazie ad un progetto che invece di unire ha finito per annientare i suoi avversari truccando le regole, invocandone il rispetto per gli altri mentre lei le cambiava a suo piacimento quando più le è convenuto.
Un esempio di questo si è avuto con le recenti crisi bancarie. Gli interventi statali sono stati proibiti all’Italia, quando si è trattato di salvare banca Etruria con la famigerata regola del bailin, mentre sono stati ampiamente concessi quando invece si è trattato di salvare le banche francesi e tedesche esposte con la Grecia nel 2012, quando si approvò il fondo salvastati. Due velocità dunque significa semplicemente che ad alcuni sono concesse cose che ad altri sono proibite. È in nome di questo principio che si sono distrutte le economie del Sud Europa: oggi la Grecia è nelle condizioni di un paese del terzo mondo. La sua disoccupazione giovanile è del 45% e quella complessiva del 23%. Le condizioni sanitarie sono disastrose, e molti ospedali non sono in grado di comprare le siringhe. È questa la solidarietà europea? Lo spirito dei padri fondatori dell’Europa è stato completamente tradito. L’integrazione europea sarebbe dovuta servire a migliorare la condizione socio-economica degli Stati, e invece ha finito col distruggerne alcuni per favorirne altri. Ad oggi i destini dei popoli europei sono nelle mani della Commissione UE, non eletta da nessuno e composta da commissari sconosciuti alla maggioranza dei cittadini che subiscono le sue decisioni senza nemmeno sapere da chi sono state prese. A conoscere bene i commissari sono invece i lobbysti che percorrono i corridoi di Bruxellese che ne impinguano lautamente le tasche, facendo passare questo o quel provvedimento in linea con gli interessi di grandi gruppi finanziari e corporation.
Quella che oggi viene definita Unione europea non è altro che l’espressione di una ristretta élite che vive nel più totale disprezzo dei popoli. Per questo oggi a Roma non c’è nulla da festeggiare. Semmai bisogna protestare. E a Roma ci saranno nel pomeriggio manifestazioni di protesta. Ciò che si dovrà evitare è che infiltrati violenti, che nulla hanno a che vedere col “sovranismo”, dirottino tutta l’attenzione dei media sulle loro violenze e non sui reali motivi della protesta.
Dal Blog di Paolo Becchi

Aumento Iva, il Codacons calcola un danno di 791 euro a famiglia e ricorda che gli incrementi del 2011 e 2013 hanno avuto effetti disastrosi sui consumi!




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Aumento Iva, il Codacons calcola un danno di 791 euro a famiglia e ricorda che gli incrementi del 2011 e 2013 hanno avuto effetti disastrosi sui consumi!


AUMENTO IVA, CODACONS: IN CASO DI RITOCCO DELLE ALIQUOTE MAXI-STANGATA DA 791 EURO A FAMIGLIA


INCREMENTI IVA DEL 2011 E 2013 HANANO AVUTO EFFETTI DISASTROSI SU CONSUMI



Se attuati, gli aumenti delle aliquote Iva massacreranno le famiglie e i consumi, determinando, solo per costi diretti, una maxi-stangata complessiva pari a +791 euro annui a famiglia. Lo afferma il Codacons, commentando l’allarme lanciato oggi da Confesercenti.
“Nel nostro paese l’Iva ha già subito di recente due incrementi, con effetti disastrosi per le tasche delle famiglie e per i consumi: dal 20 al 21% nel settembre 2011 con un aggravio medio di spesa pari a +290 euro annui a famiglia; dal 21 al 22% nel 2013 con maggiore spesa pari a +209 euro a famiglia su base annua, per una stangata media da +499 euro annui a famiglia solo di costi diretti – prosegue Rienzi -  Il gettito per le casse dello Stato è risultato tuttavia inferiore alle aspettative, perché i consumatori hanno reagito al rincaro dei prezzi riducendo la spesa”.
“Il Governo deve a tutti i costi evitare nuovi ritocchi delle aliquote e ulteriori rincari delle accise sulla benzina, perché gli indicatori economici hanno dimostrato che provvedimenti di questo tipo hanno effetti depressivi sui consumi, determinando un danno per l’economia nazionale” – conclude il presidente Codacons.

fonte: http://www.codacons.it/articoli/aumento_iva_codacons_in_caso_di_ritocco_delle_aliquote_maxistangata_da_791_euro_a_famiglia__295656.html

sabato 25 marzo 2017

Ecco come funziona l'abolizione delle Province di Renzi: stanno ancora lì con tutto il loro apparato, non fanno quasi più niente, ma ci costano molto, ma molto più di prima...





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Ecco come funziona l'abolizione delle Province di Renzi: stanno ancora lì con tutto il loro apparato, non fanno quasi più niente, ma ci costano molto, ma molto più di prima...


MA NON AVEVANO ABOLITE LE PROVINCE ?
Per mesi, in TV, tutti i pappagalli del PD ci hanno fracassato i timpani con "ABBIAMO ABOLITO LE PROVINCE". Guardate qui quanto ci costano, cosa fanno, e quante di queste sono FALLITE. Ma la vergogna, questi, la provano mai?




Per chi gode nel farsi prendere per il c... da questo ebete:



#MATTEORISPONDE. RENZI: PROVINCE ABBIAMO ABOLITO POLITICI






UNO SCHIFO - Roba da Cina degli anni '50 - La censura del Tg1 alla Raggi all'apertura delle celebrazioni dei trattati di Roma. Perchè per loro chi non fa sì con la testa a Ruby nipote di Mubarak, a Verdini padre Costituente e a Minzolini onesto, sono solo delle merdacce...!!

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UNO SCHIFO - Roba da Cina degli anni '50 - La censura del Tg1 alla Raggi all'apertura delle celebrazioni dei trattati di Roma. Perchè per loro chi non fa sì con la testa a Ruby nipote di Mubarak, a Verdini padre Costituente e a Minzolini onesto, sono solo delle merdacce...!!






Qui sopra il video di Virginia Raggi censurato dal Tg1
di Beppe Grillo
Oggi il Tg1 ha censurato l'intervento del sindaco di Roma, Virginia Raggi, mentre dava il benvenuto ai capi di Stato e di governo europei arrivati al Campidoglio per celebrare il 60esimo anniversario dei trattati di Roma. Il suo intervento è stato tagliato e canagliescamente sostituito dalla pubblicità. Un lavoretto di censura degno del nostro 77esimo posto nella classifica della libertà di stampa, magari di un rialzo per oltrepassare a marcia indietro i centesimi... o di più! Per spedire a casa la Perego e' bastato il politically scorrect e adesso, per mandare a pulire i bagni di Viale Mazzini Orfeo, il direttore del TG1, dovrebbe essere uno scherzo. Ma non lo sarà. Sono succubi lingue come se ne trovano poche, difficile riportarci Minzolini, dovranno tenere duro questi eroici vigliacchi.
Le parole di Virginia Raggi, rappresentante dei cittadini romani e della principale forza politica del Paese, che esortano a un'Europa dei popoli, in cui siano i cittadini al centro del potere decisionale, dove nessuno possa essere lasciato indietro; e la sua esortazione alla revisione dei trattati, a partire dal Regolamento di Dublino (che ci costringe a tenere per anni sul nostro territorio migliaia di immigrati non identificati) non cadranno nell'oblio per questo atto di censura zerbinistica. Il suo intervento è stato recuperato e caricato integralmente sulla sua pagina FacebookVi invito a guardarlo e diffonderlo.
Diamo uno schiaffo alla censura di regime e usiamoli come meritano questi zerbini: Orfeo ha voluto superare tutti gli altri camerieri per fare bella figura con il logoro potere bancario europeo ed i suoi sodali italiani, non lasciate che un individuo del genere possa credere di avercela fatta. Meritano di essere sommersi di mail, fax e tweet, telex, cablo o e pure telegrammi in alfabeto morse: cacciatelo! Quello è il modo in cui ha imparato a fare censura, il suo modo di intendere l'informazione.
L'illusione che questa censura non passerà alla storia dipende dal basso profilo di chi la interpreta e quindi dalla sua speranza che la gravità di fatti del genere, appunto, non sarà un giorno storica! Per quanto sia triste, la storia si incendia spesso per opera di figure meschine come questa, grazie al cielo poi chi spegne questi cumuli di stabbio in fiamme è destinato a prenderne il posto, prima o poi.

DA: http://www.beppegrillo.it/2017/03/il_punto_piu_basso_poi_resta_da_grattare_il_fondo_del_tg1_che_censura_il_sindaco_di_roma_licenziareorfeo.html


Da Il Messaggero:

Trattati di Roma, Raggi subito polemica: «Il Tg1 ha censurato il mio discorso»
Sollecitato con insistenza dai fedelissimi della sindaca nei giorni scorsi, avallato alla fine dal protocollo della cerimonia, il discorso di Virginia Raggi diventa un caso politico. Non per quello che la prima cittadina ha detto, ma perché la diretta Rai dell'intervento viene interrotta quasi subito. E il M5S grida immediatamente al complotto e alla "censura". In realtà anche il "live" sulla pagina Facebook della Raggi va in tilt. Ma è la diretta "tagliata" sul Tg1 che finisce nel mirino della sindaca di Roma. Sul suo profilo Facebook appare la scritta: "Scusate. Il Tg1 ha censurato la diretta. A breve trasmetteremo il video integrale in differita". Sul caso è intervenuto anche Beppe Grillo: "Hanno preferito mandare la pubblicità".

Per il Pd, invece, "la polemica dei 5 Stelle sulla presunta censura a Virginia Raggi è del tutto pretestuosa, vogliono far passare la sindaca per vittima del solito fantomatico complotto", dice Vinicio Peluffo, capogruppo Pd in Commissione Vigilanza Rai. "Sostenere che la Raggi - spiega - è stata censurata equivale ad andare contro l'evidenza dei fatti. Prima che la linea tornasse in studio, la sindaca ha infatti potuto parlare in diretta per due minuti e trenta. E il conduttore ha deciso di tornare in studio per dar conto del contemporaneo discorso del premier Gentiloni. Si tratta dunque di una scelta editoriale e non di censura, una tesi resa ridicola dalla successiva trasmissione integrale del discorso della Raggi".

Nel suo discorso davanti a Gentiloni, Merkel, Hollande e Tsipras, la sindaca ha detto che "le istituzioni europee dovrebbero ascoltare di più i cittadini europei" e che "dobbiamo realizzare una comunità solidale, la finanza non è tutto. Un'Unione solo economica non può durare". Secondo Raggi, che ha citato anche Papa Francesco, "noi sindaci siamo definiti primi cittadini: per questo, anche nei luoghi delle decisioni, dobbiamo fare sentire forte la voce di chi chiede più lavoro, più inclusione sociale, più sicurezza. I cittadini devono essere messi al centro del potere decisionale, attraverso strumenti di democrazia diretta".

La sindaca pentastellata ha criticato il trattato di Dublino sui richiedenti asilo, che secondo Raggi "deve essere rivisto".  E nelle conclusioni ha accennato ai movimenti anti Ue: "Sono presenti forze di coesione e di disgregazione, è fisiologico che sia così. È importante però dare risposte concrete a chi denuncia insofferenza".